Nell’ultimo decennio (1999/2009) il mercato italiano del factoring è significativamente cresciuto, non solo (o non tanto) nel numero di operatori partecipanti ma anche (e soprattutto) nei volumi di operatività. Il numero di società associate ad Assifact è rimasto sostanzialmente stabile nel periodo di riferimento osservato. Va però rilevata la crescita del numero di operatori esteri presenti sul mercato italiano. Le società estere associate ad Assifact erano 3 su 34 nel 1999, mentre a fine 2009 risultavano 9 su 34 totali. La crescita più importante è riconducibile al periodo 2006/07, in seguito all’ingresso di nuovi operatori ed al completamento di alcuni processi di fusione e incorporazioni che hanno visto protagonisti primari operatori italiani ed esteri.
Il mercato del factoring in Italia: dati di sintesi sul periodo 1999/2009 – Fonte: rielaborazione degli autori su dati Assifact
1999 | 2001 | 2002 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | |
N° associate | 34 | 33 | 33 | 35 | 35 | 35 | 35 | 35 | 24 |
di cui italiane | 30 | 29 | 28 | 30 | 30 | 30 | 27 | 27 | 25 |
di cui estere | 4 | 4 | 5 | 5 | 5 | 5 | 8 | 8 | 9 |
Turnover complessivo | 98,6 | 106,85 | 121,48 | 97,62 | 93,11 | 111,94 | 108,78 | 121,64 | 117,16 |
di cui: intermediari esteri | 4,64 | 5,30 | 8,18 | 4,94 | 3,86 | 7,62 | 24,81 | 30,05 | 29,29 |
( e in %) | (4,7%) | (5,0%) | (6,7%) | (5,1%) | (4,1%) | (6,8%) | (22,8%) | (24,7%) | (25,0%) |
Nota: valori monetari in miliardi di euro, riferiti al flusso di turnover per l’intero anno. Dati 2000 e 2003 non disponibili.
Il turnover rilevato a fine 2009 si è attestato a 117,16 miliardi di euro, di cui un quarto riconducibile ad operatori esteri, a conferma del peso significativo ormai stabilizzatosi dal 2007.
Il mercato si presenta piuttosto concentrato: le quote di mercato calcolate sul turnover complessivo dei primi tre operatori (due italiani ed uno estero) sono pari al 57,9% (poco meno di 68 miliardi di euro). Il primo operatore estero è anche l’unico soggetto non italiano a detenere una quota rilevante di mercato: da solo esso genera il 75,7% della quota riconducibile alle società di factoring estere, in sotanziale continuità con la quota detenuta nel 2008 (74%).
Con riferimento allo stock di crediti in essere a fine anno, il valore di fine 2009 è risultato pari a 32,5 miliardi di euro: nel decennio 1999/2009 la crescita è stata di poco inferiore al 30%.
Sebbene la quota maggioritaria risulti tuttora generata dagli intermediari nazionali, il peso dei soggetti esteri presenta un trendo di periodo crescente: dal 7,3% (1999) al 21,9% (2009). A causa di alcune incompletezze nei dati passati, non è stato possibile ricostruire una affidabile serie storica annuale sul periodo in esame. Si può tuttavia osservare come la crescita del contributo dei soggetti esteri sia di natura esogena (legata all’entrata di nuovi operatori) ma anche endogena (legata ad un’effettiva crescita dell’operatività sul mercato domestico).
pur non essendo disponibili i dati disaggregati per singolo operatore sul 2010, riteniamo opportuno segnalare che nell’ultimo anno il mercato italiano ha conosciuto un ulteriore e significativo sviluppo. Nel 2010, il turnover complessivo riconducibile ad operatori associati ad Assifact, è stato superiore alle attese degli operatori, risultando pari a 136,7 miliardi di euro, mentre l’outstanding ha raggiunto quasi 51 miliardi di euro (+15% su base annua).
Il trend positivo si riflette sull’andamento degli anticipi erogati che superano, alla data del 31 dicembre 2010, i 39 miliardi di euro (+17%). L’anticipazione concessa dalle società di factoring – di solito in una quota compresa tra il 70 e l’80% dell’outstanding – costituisce un’importante forma di provvista per le imprese, complementare al credito bancario, nonché un’indispensabile supporto alla liquidità delle imprese italiane, in particolare in un momento in cui l’economia reale sta restituendo primi segnali di fiducia e il sistema bancario, stimolato a sua volta dall’evoluzione regolamentare, dimostra particolare attenzione alla qualità del credito e alla valutazione dei rischi finanziari insiti nelle operazioni di finanziamento.
Gli operatori del mercato del factoring potranno quindi giocare un ruolo centrale nello sviluppo dei finanziamenti alle imprese, grazie ad un “effetto prezzo” che si trova sintetizzato nella competitività dei tassi proposti agli affidati, ma anche ad un “effetto rischio”, tenuto conto della minore rischiosità che ne caratterizza i prodotti. A questi effetti, tuttavia, può fare da contrappeso un “effetto sostituzione” rispetto ad altri prodotti bancari (fidi o anticipi), meno accessibili o più onerosi.
Un primo segnale in tal senso è proprio la segnalazione di Assifact relativa ad una riduzione dell’incidenza delle sofferenze nel quarto trimestre 2010 rispetto ai trimestri precedenti.
Infine, non va dimenticato come il valore complessivo della relazione tra factor e cedente non deve essere apprezzato unicamente con riferimento alla gestione dei crediti (e quindi facendo riferimento ai soli profili finanziari/reddituali dell’operazione), ma deve essere “inquadrato” in una relazione più ampia, che sottende uno scambio di informazioni circa le esigenze di finanziamento, la prestazione di forme di consulenza su questioni attinenti alla struttura finanziaria d’impresa, la ricerca della ottimizzazione della posizione finanziaria e dei flussi a questa connessi. Tali servizi dischiudono quindi opportunità di business per gli operatori de comparto e certamente, come nelle fasi più recrudescenti dell’ultima crisi finanziaria, gli intermediari esteri non faranno mancare il loro sostegno alle imprese nazionali e, quindi, indirettamente all’economia nazionale.
Estratto dal rapporto “BANCHE ED OPERATORI ESTERI IN ITALIA – Tra continuità e innovazione finanziaria – Il supporto all’economia del Paese nell’anno 2010”, AIBE in collaborazione con Consilia Business & Management, giugno 2011.
Gli autori: Carlo Arlotta – Emanuela Atripaldi – Lorenzo Esposito – Andrea Uselli.