Il mercato del factoring in cifre

Si riportano di seguito i dati statistici definitivi elaborati da Assifact relativi al 31 luglio 2020. Le elaborazioni sono effettuate con riferimento ai dati ricevuti da 32 Associati.
Per il dato di turnover, si forniscono i dettagli sui volumi rivenienti da operazioni di Supply Chain Finance.
Si pubblicano anche i dati preliminari al 31 agosto 2019, riferiti ad un campione di 32 Associati.
I dati sono espressi in migliaia di euro.

 

Dati definitivi di luglio 2020

31/07/2020 Variazione rispetto al 31/07/2019
1. Outstanding (montecrediti) 51.921.103 -12,58%
2. Anticipi e corrispettivi erogati 40.859.127 -12,80%
3. Turnover (cumulativo dal 01/01/20) 122.906.479 -13,62%

 

Turnover da Supply Chain Finance

Turnover riveniente da operazioni di SCF 13.227.794
Reverse factoring 12.661.939
Confirming 565.854

 

Dati preliminari di agosto 2020

31/08/2020 Variazione rispetto al 31/08/2019
1. Outstanding (montecrediti) 49.655.253 -11,74%
2. Anticipi e corrispettivi erogati 38.577.835 -11,97%
3. Turnover (cumulativo dal 01/01/20) 136.358.806 -14,07%

 

Turnover (*) – Quote di mercato al 31/07/2020 (dati espressi in migliaia di Euro)

Outstanding e anticipi (*) – Quote di mercato al 31/07/2020 (dati espressi in migliaia di Euro)

Le imprese clienti del factoring

33.261 sono le imprese che ricorrono al factoring alla fine di giugno 2020, il 60% delle quali è composto da PMI.
Il numero di imprese che hanno generato turnover nei 12 mesi precedenti è cresciuto del 4,31% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Qualità del credito

Al 30 giugno 2020 la quota di crediti deteriorati è pari al 5,3%. Le sofferenze rappresentano circa il 2,2% dell’esposizione lorda complessiva.

Indagine su “Factoring e misure a contrasto degli effetti economici del COVID-19”

Si riportano di seguito i principali risultati preliminari della prima elaborazione sperimentale al 31 agosto 2020 dell’indagine svolta dall’Assifact presso i propri Associati inerente agli interventi di supporto effettuati nei confronti delle imprese per contrastare gli effetti negativi della diffusione della pandemia.
In particolare, l’indagine avviata ha lo scopo di raccogliere informazioni circa i) l’applicazione dei benefici per le imprese di cui all’art. 56 del DL “Cura-Italia” ad operazioni di factoring, ii) la con-cessione di eventuali misure di sostegno volontarie ai debitori ceduti, e iii) l’adesione allo schema “Garanzia Italia” che prevede la garanzia SACE su particolari prodotti connessi al factoring e i relativi volumi.
Ne emerge che le disposizioni contenute nei decreti emergenziali tagliate sull’operatività di finanziamento più tradizionale si sono rilevate di difficile applicazione, quando non espressamente precluse, all’operazione di factoring. Le società di factoring hanno quindi sostenuto le imprese con iniziative individuali ed autonome, fuori dal perimetro delle moratorie e garanzie normative, per un volume di quasi 2 miliardi di euro.
L’inclusione nel perimetro di Garanzia Italia della sola operatività pro solvendo, che rappresenta il 25% del mercato del factoring rispetto al 75% dell’operatività pro soluto, ha confermato alla prova dei fatti la marginalità residuale del provvedimento normativo.

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