Nel 2020 debitori più trasparenti, ancora male la PA

L’Indagine su “Qualità, trasparenza e correttezza dei comportamenti dei debitori nelle transazioni
commerciali” mostra miglioramenti in molti profili comportamentali dei debitori nei rapporti fra
imprese. I rapporti fra imprese e pubblica amministrazione, seppure in miglioramento, risultano
ancora complessi e presentano tempi di pagamento sopra la media europea.

Il Rapporto dell’Indagine su “Qualità, trasparenza e correttezza dei comportamenti dei debitori nelle transazioni commerciali”, pubblicato da Credifact, l’Osservatorio crediti commerciali e factoring promosso da Assifact, mostra nel secondo semestre del 2020 un miglioramento su larga parte dei profili indagati rispetto ai rapporti di credito di fornitura fra imprese e fra imprese e pubblica amministrazione.

I tempi medi di pagamento stimati in base ai dati del mercato del factoring evidenziano un incremento nell’ultimo trimestre dell’anno, andamento coerente con la stagionalità tipicamente osservata nel settore anche se il trend appare in incremento. Diminuiscono significativamente i tempi medi di pagamento delle pubbliche amministrazioni, a 121 giorni, mentre aumentano i tempi medi di pagamento delle imprese a 97 giorni (i primi restano comunque più elevati, in assoluto, rispetto ai secondi, anche se la forbice nel quarto trimestre si è ridotta sensibilmente). Nel caso della PA, la maggiore puntualità dei pagamenti sembra guidata, secondo alcuni operatori, da una significativa riduzione negli ultimi mesi dei ritardi di pagamento da parte degli enti afferenti al sistema sanitario nazionale, mentre restano ancora elevati i ritardi degli enti locali e delle amministrazioni centrali.

Figura 1. Trend del DSO medio del settore del factoring (giorni) - dati al 31 dicembre 2020

A prescindere da tali evidenze quantitative, i giudizi degli operatori del factoring sulla qualità complessiva dei comportamenti di pagamento e delle relazioni nel credito commerciale appaiono in miglioramento su quasi tutti i profili, passando dal punteggio di 45 (su una scala da 0 a 100) a quasi 48 (si noti che il livello “50” funge, per la struttura dell’analisi, da spartiacque fra un giudizio complessivamente negativo e un giudizio complessivamente positivo).

Figura 2. La qualità dei comportamenti dei debitori nelle transazioni commerciali – Barometro - Serie storica
2° semestre 2020

In questo trend di miglioramento, più o meno marcato, sulla maggior parte degli aspetti della relazione di credito commerciale, rivestono particolare interesse i profili che si muovono in controtendenza.

Nell’ambito delle relazioni B2B, si evidenzia un peggioramento nella tempestività della comunicazione fra debitore e creditore relativamente ai ritardi di pagamento (-5 punti) e soprattutto nella uniformità dei tempi di pagamento fra i diversi fornitori (-14 punti). Sebbene i giudizi su tali aspetti risultassero comunque già negativi, un incremento della variabilità nei tempi di pagamento potrebbe rappresentare un primo segnale di attenzione rispetto ad eventuali difficoltà dei debitori, in particolare ove non giustificato da ragioni commerciali.

Fra i profili su cui i giudizi risultano migliorati, si segnalano in particolare una maggiore inclinazione a riconoscere la cessione del credito (+7,5 punti), nonché una più frequente applicazione delle sanzioni previste dalla direttiva contro i ritardi di pagamento in termini di interessi (+11 punti) e rimborso dei costi sostenuti per il recupero delle somme non tempestivamente corrisposte e il risarcimento del danno (+10,5 punti). Trend simili si registrano anche per i debitori afferenti alla pubblica amministrazione.

Il miglioramento appare più marcato nel caso della pubblica amministrazione, il cui giudizio medio complessivo passa da 35 a 41 punti (su un massimo di 100).

In particolare, occorre evidenziare uno sviluppo significativamente positivo, per oltre 20 punti, dei giudizi degli operatori che rilevano una minore frequenza da parte dei debitori pubblici del ricorso a transazioni che comportino una perdita in conto capitale per il creditore (da 25 a 47 punti).

Si pone inoltre in evidenza l’incremento nella puntualità dei pagamenti (+10 punti, riflettendo il miglioramento dei tempi medi di pagamento pur restando su livelli ancora marcatamente negativi a 29 punti su 100) e nella più precisa indicazione delle fatture oggetto di pagamento (+12 punti).

Si riduce la tendenza a rifiutare la cessione del credito e a differenziare immotivatamente i tempi di pagamento fra i diversi fornitori. Lascia ancora molto a desiderare la comunicazione degli enti pubblici con i creditori.

Risulta ancora inadeguata la consapevolezza dei debitori circa le conseguenze dei ritardi di pagamento sulla Centrale dei Rischi ed in particolare sullo status creditizio a seguito dell’entrata in vigore della nuova definizione europea di default (avvenuta il 1° gennaio 2021).

Con riferimento alla pubblica amministrazione, nonostante le evidenze del Rapporto mostrino un andamento incoraggiante dei tempi di pagamento medi e, per certi versi, un miglioramento nella qualità dei comportamenti della stessa, occorre evidenziare alcuni profili: in primo luogo,

la media generale risulta ancora assai lontana e pari a oltre il doppio rispetto ai 60 giorni massimi introdotti dalla nuova Direttiva contro i ritardi di pagamento

e recepita nell’ordinamento nazionale con il d.lgs. n. 192 del 2012 che ha modificato il precedente d.lgs. n. 231 del 2002. In secondo luogo, persistono significative differenze nei tempi di pagamento dei singoli enti pubblici:

la puntualità dei pagamenti differisce molto a seconda del tipo di ente, della Regione di appartenenza,

e in taluni casi anche fra enti afferenti alla stessa classe geosettoriale. I dati di Assifact che mostrano a fine anno una riduzione del montecrediti verso enti pubblici a cui si accompagna una quota pressoché stabile dei crediti scaduti da oltre un anno suggeriscono che, probabilmente, il dato aggregato è trainato dai “buoni pagatori”, che pagano meglio, mentre i “cattivi pagatori” continuano a presentare ritardi elevati. Infine, occorre evidenziare nuovamente che i giudizi su qualità, correttezza e trasparenza dei comportamenti dei debitori pubblici, sebbene in miglioramento, restano su valori complessivi bassi o molto bassi, evidenziando in modo pragmatico i profili su cui gli enti pubblici risultano ancora particolarmente carenti, che riguardano sovente la comunicazione con i creditori e le frizioni dei processi amministrativi (spesso, presumibilmente, di pari passo).

Nel corso del 2020, quindi, sembrano essere stati fatti alcuni passi avanti verso un rapporto più corretto fra la PA e i suoi fornitori, anche in virtù di taluni provvedimenti di carattere speciale, ma la strada verso la risoluzione degli annosi problemi che caratterizzano questo settore appare ancora lunga e irta di ostacoli e i comportamenti degli enti pubblici appaiono ancora non sufficientemente trasparenti nei confronti dei creditori.