La dinamica del mercato del factoring: risultati raggiunti e specificità

Nell’anno appena chiuso, il mercato italiano del factoring ha fatto registrare una crescita importante (+14,5% per il turnover, con un aumento del 10% degli anticipi) nonostante l’indebolimento dell’attività economica dell’ultimo trimestre. Non vi è dubbio che la dinamica dei crediti commerciali acquistati da banche e intermediari finanziari impegnati nell’attività di factoring sia stata, almeno in parte, influenzata dall’andamento del prodotto e dell’inflazione

Le stime più recenti di Banca d’Italia, pubblicate nell’ultimo Bollettino Economico del gennaio di quest’anno, segnalano nello scenario base che il PIL, “dopo un aumento di quasi il 4 per cento nel 2022, rallenterebbe nel 2023 allo 0,6 per cento e che la crescita tornerebbe a rafforzarsi nel biennio successivo. L’inflazione al consumo, salita quasi al 9 per cento nello scorso anno, scenderebbe al 6,5 nel 2023 e più decisamente in seguito, portandosi al 2,0 per cento nel 2025. In uno scenario avverso, in cui si ipotizza un arresto delle forniture di gas russo all’Europa, il prodotto si contrarrebbe nel 2023 e nel 2024 e crescerebbe moderatamente nell’anno successivo, mentre l’inflazione salirebbe ulteriormente quest’anno, per poi scendere decisamente nel prossimo biennio”.

Per il factoring i risultati raggiunti, commentati in questo numero di Fact&News da Pietro Bartolini, costituiscono in ogni caso un dato particolarmente significativo, tenuto conto del fatto che tra agosto e novembre i prestiti bancari al settore privato non finanziario hanno rallentato, a causa della debolezza della domanda delle imprese per finalità di investimento e delle famiglie per l’acquisto di abitazioni.

A cosa attribuire allora le buone performance del mercato dell’acquisto dei crediti, che sembrano essere confermate, ancorché su livelli più contenuti, dalle attese per il 2023?
Ancora una volta molto dipende dalle caratteristiche peculiari del factoring rispetto alle alternative di finanziamento a breve termine delle imprese.

In questo numero vengono anche declinati alcuni di questi importanti profili di specificità. Nell’articolo dell’avv. Andrea Natale, che tratta il tema della concessione abusiva del credito, viene ad esempio messa in evidenza la distinzione a questo proposito tra attività di factoring e concessione del credito. Il prof. Alessandro Munari e l’avv.sa Alessandra Fossati approfondiscono la relazione tra composizione negoziale della crisi d’impresa e factoring, segnalando che quest’ultimo è funzionale alla gestione del capitale circolante. Le interviste a Emilio Fiora e Silvia Massaro, relative alla gestione degli incassi nelle società di factoring, dimostrano che i factor svolgono un servizio peculiare di gestione nell’intero ciclo di lavorazione del credito post cessione.

Emerge dall’articolo di Diego Tavecchia, che presenta i risultati dell’Osservatorio di Assifact sulle relazioni del credito di fornitura, in particolare con riferimento ai comportamenti dei debitori ceduti, che il factoring può fare la “differenza” anche se nel nostro Paese la cultura dei pagamenti responsabili costituisce un obiettivo ancora piuttosto lontano. In questo percorso, le imprese appaiono più avanti rispetto alle pubbliche amministrazioni: esse pagano con tempi più coerenti ai termini di pagamento, avvisano più spesso dei ritardi nel pagamento, sono più propense a motivarne le ragioni e sono in generale più trasparenti nella comunicazione con i fornitori.

La Commissione Europea ha in effetti avviato un processo di revisione della Direttiva contro i ritardi di pagamento che presuppone il rafforzamento della cultura suddetta, che può passare anche attraverso un’adeguata educazione finanziaria delle imprese. In questa prospettiva diverse delle iniziative di formazione organizzate da Assifact, e presentate da Nicoletta Burini, possono essere in linea di principio anche indirizzate alla clientela del factoring, nella direzione della miglior comprensione delle caratteristiche di quest’ultimo inserito in buone pratiche di gestione del capitale circolante. Ma di tutto ciò avremo modo di discutere in una prossima occasione, quando verranno presentati i risultati dell’indagine sulla domanda di factoring delle imprese italiane.