Factoring e invoice fintech: il punto di vista delle imprese

L’indagine sulla domanda di factoring e invoice fintech svolta da Assifact, in collaborazione con KPMG, fornisce una rappresentazione aggiornata delle esigenze delle imprese rispetto al capitale circolante e del punto di vista di queste rispetto al factoring e alle soluzioni alternative e/o complementari, incluse quelle più innovative. Per l’offerta, una preziosa opportunità per raccogliere le sfide del futuro.

Il 21 marzo 2023, Assifact ha presentato, nel corso di un apposito evento, il rapporto sull’indagine svolta, in collaborazione con KPMG, sulla domanda di factoring e invoice fintech.

L’indagine, il cui lancio era stato a suo tempo annunciato su queste pagine (https://www.assifact.it/fact-news/la-domanda-di-factoring-una-nuova-survey-per-cogliere-evoluzioni-e-istanze-inespresse/), si è posta l’obiettivo di approfondire l’evoluzione della domanda di servizi di factoring, quale risposta alle esigenze di supporto al capitale circolante, anche nella prospettiva dell’innovazione tecnologica e dell’invoice fintech, attraverso la somministrazione di un apposito questionario, reso disponibile online, direttamente alle imprese. Alcune delle domande riprendono profili già trattati nelle precedenti indagini svolte da Assifact (1997 e 2009), permettendo un ineguagliabile punto di osservazione sull’evoluzione delle percezioni delle imprese riguardo al factoring su un periodo lungo 25 anni.

Grazie anche al contributo degli Associati, sono state raccolte informazioni da oltre 100 imprese dislocate su tutto il territorio nazionale, operanti in diversi settori di attività economica (principalmente nel manifatturiero e nei servizi) e ripartiti equamente fra PMI e imprese Corporate.

Senza voler qui riassumere l’intero rapporto, particolarmente ricco e articolato, nei paragrafi seguenti presentiamo alcuni output di particolare interesse, cercando di interpretare le risposte fornite dalle imprese e raccoglierne le sollecitazioni.

  1. Il factoring risponde adeguatamente ai bisogni delle imprese

Nel questionario, le imprese hanno espresso l’esigenza di sostenere il capitale circolante, in particolare assicurando la liquidità dell’impresa ed evitando insoluti. Esse definiscono il factoring in primo luogo come una forma di finanziamento complementare al credito bancario e, in secondo luogo, come un modo per ottimizzare il capitale circolante attraverso l’eliminazione dei crediti dal bilancio. Per le piccole imprese, il factoring rappresenta in particolare una forma di garanzia del buon fine dei crediti commerciali.

In questa prospettiva, le risposte delle imprese evidenziano una significativa coerenza fra i bisogni percepiti e l’offerta di servizi di factoring, che quindi risponde in modo efficace alle esigenze di gestione del circolante. Tale coerenza si riflette in un grado di soddisfazione nell’uso del factoring che appare particolarmente elevato sia nel confronto con le indagini precedenti che nel confronto con i prodotti concorrenti e/o complementari.

  1. Le imprese apprezzano l’innovazione tecnologica conseguita dai factor…ma si spingono oltre …

Secondo le imprese intervistate, il processo di integrazione tecnologica fra il factor, il cedente e il debitore ceduto ha ormai raggiunto un significativo livello di automazione nelle interfacce, riconosciuto anche nella soddisfazione espressa dalle imprese intervistate.

Ciò detto, occorre rilevare come le imprese stiano già spingendo ancora più in là la richiesta di innovazione, esprimendo con buona frequenza la richiesta di poter agire con piattaforme di tipo “open”, tramite le quali opzionare contemporaneamente una pluralità di soluzioni e servizi, potenzialmente negoziandoli con una pluralità di intermediari e finanziatori.

L’utilizzo delle forme più innovative di supporto al capitale circolante, dal punto di vista del cedente, come l’invoice trading, risulta ancora in fase esplorativa (<5% lo usa o lo ha usato in passato), coerentemente con i dati di mercato che posizionano i volumi transati da tale soluzione allo 0,2% del turnover del factoring nel 2022. Il 6% delle imprese rappresentate nel campione ha tuttavia espresso un potenziale interesse per l’Invoice trading. Ciò suggerisce, al lato dell’offerta, un attento monitoraggio del fenomeno.

Anche in ambito Supply chain finance, le soluzioni più innovative e abilitate dalla tecnologia (es. dynamic discounting) non sembrano ancora evidenziare riscontri particolarmente vivaci da parte della domanda.

  1. Le piccole imprese percepiscono di più i benefici del factoring e evidenziano un significativo mercato potenziale

Le imprese di piccole dimensioni sono più propense ad affidare al factor l’attività di gestione dei crediti commerciali e percepiscono con maggiore evidenza i benefici della gestione del factor in termini di contenimento degli insoluti, regolarità e tempestività dei pagamenti.

Fra le imprese che non hanno mai fatto ricorso al factoring, vi è una quota elevata (63%) di soggetti, interamente composta da piccole e medie imprese, che esprime interesse per il servizio. Questa evidenza, letta congiuntamente con l’ulteriore evidenza che talune di queste imprese non hanno riscontrato, da parte dell’offerta, una proattività nel proporsi ad esse, sollecita gli operatori a riflettere sulle modalità migliori per servire adeguatamente questa componente della domanda. In questa prospettiva, gli sforzi compiuti dai factor per la digitalizzazione dei servizi stanno efficacemente contribuendo ad una maggiore partecipazione delle PMI, come dimostrano i tassi di crescita del turnover da queste generato, che negli ultimi anni risultano maggiori rispetto alla crescita del mercato nel suo complesso.

  1. Il debitore ceduto “evolve” da soggetto passivo ad attore chiave della filiera

Rispetto alle indagini precedenti, i debitori ceduti «accettano» di più il factoring e anzi ne apprezzano i benefici connessi all’ottimizzazione dei flussi in entrata per i propri fornitori. Vengono meno luoghi comuni quali quelli che vedrebbero il ricorso al factoring come un segnale di debolezza finanziaria dei fornitori o come un evento fastidioso che mina il rapporto con questi ultimi.

Grazie a questa maggiore consapevolezza, i debitori ceduti intervistati risultano più propensi ad abbandonare il ruolo “passivo” di mero soggetto pagatore e ricercare opportunità di collaborazione con il factor, sia nella forma di ulteriori dilazioni del termine di pagamento (per il quale una impresa su quattro, fra quelle che già non ne beneficiano, dichiara interesse), sia diventando promotori essi stessi di soluzioni a supporto della propria filiera.

L’indagine conferma infatti il successo delle operazioni riconducibili al Supply chain finance: reverse factoring e confirming sono utilizzati sovente dalle imprese intervistate (e con buona soddisfazione).

Nell’ambito di una soluzione di Supply chain finance, le imprese buyer valutano come maggiormente importanti l’automazione della fase finale di pagamento, la flessibilità della piattaforma, e la facilità di onboarding dei fornitori.

È importante sottolineare, nell’ambito del Supply chain finance, il ruolo svolto dall’intermediario quale elemento di equilibrio delle relazioni di filiera, che si manifesta ulteriormente proprio e a maggior ragione nel servizio “indiretto”, dove le esigenze del fornitore si sposano con quelle del fornito per il mezzo dell’intervento del factor, assicurando un bilanciato trasferimento del valore di filiera in una logica “win win”. Il grado di soddisfazione particolarmente elevato, espresso sia dai buyer che dai fornitori inclusi nel programma, suggerisce come i factor stiano svolgendo efficacemente questa funzione.

  1. I fornitori della PA hanno bisogno del factoring!

Il 42% delle imprese intervistate è fornitrice della PA e, di queste, solo la metà cede i relativi crediti. In questo contesto, esiste una domanda potenziale ancora non servita dall’offerta, composta da imprese i cui fabbisogni finanziari sono esacerbati dalla complessità amministrativa delle procedure di gestione dei crediti verso la PA, dai ritardi nei pagamenti e, più in generale, dalla impossibilità in taluni casi di poter ricorrere ai servizi di factoring per via degli ostacoli normativi, in particolare a causa della facoltà per gli enti pubblici di rifiutare la cessione del credito.

Tramite il questionario, le imprese intervistate forniscono ulteriore impulso all’attività già intrapresa da Assifact nella direzione della semplificazione sia degli adempimenti previsti in capo all’ente per procedere al pagamento della fattura, sia delle frizioni formali e sostanziali che ostacolano la cessione. Anche in questo campo, la digitalizzazione può avere un ruolo dirompente.

Attraverso la compilazione del questionario, le imprese hanno quindi trasmesso al mercato del factoring importanti sollecitazioni, che stimolano una risposta da parte dell’offerta sui seguenti profili:

  • Sviluppare le potenzialità del factoring per le piccole imprese
  • Presidiare le “frontiere” dell’innovazione
  • Perseguire nel contrasto ai pregiudizi sul factoring
  • Valorizzare le peculiarità del factoring e gli elementi di differenziazione rispetto al credito bancario
  • Facilitare le relazioni di filiera
  • Indirizzare il quadro normativo della cessione dei crediti PA verso la semplificazione

In questa prospettiva, Assifact ha già programmato ulteriori approfondimenti sul ruolo del factoring per le PMI, sulle imprese che vengono coinvolte nelle operazioni di Supply chain finance in qualità di fornitore, sulle opportunità connesse al PNRR e sulla relazione fra il ricorso al factoring e gli equilibri gestionali delle imprese.