Emergenza COVID-19. Incrementare la liquidità delle imprese attraverso il factoring

Incrementare la liquidità delle imprese attraverso il factoring

Le imprese italiane si trovano oggi ad affrontare un drastico calo del fatturato, che si traduce in minori flussi di cassa e di conseguenza in tensioni finanziarie improvvise e di inattesa severità, con il rischio di non essere in grado di adempiere alle proprie obbligazioni di pagamento commerciali o finanziarie, generando quindi un’impennata di insolvenze, che a sua volta può condurre ad un vero e proprio “blackout” produttivo generalizzato.
Il Governo italiano, nell’intento di supportare le imprese nel contesto emergenziale, ha già disposto alcune misure di sostegno che dal punto di vista finanziario si traducono principalmente in una moratoria, che estende di oltre 180 giorni ogni scadenza legata ad obblighi di pagamento per le microimprese e le PMI (DL Cura Italia), e nell’erogazione di finanziamenti fino a €25mila per PMI e di prestiti coperti da garanzia dello Stato (DL Liquidità).
Tali misure rappresentano certamente un primo passo importante per il sostegno della liquidità delle imprese. Altre misure sono però necessarie nella direzione del coinvolgimento delle grandi imprese e della fornitura di “nuova” liquidità al mondo produttivo.
Ciò può avvenire coinvolgendo direttamente il capitale circolante delle imprese, che rappresenta il “motore” della gestione corrente, direttamente collegato alla disponibilità di cassa e alla rotazione del magazzino e di crediti e debiti commerciali. È sul capitale circolante, infatti, che si scaricano le tensioni di liquidità delle imprese: incassi e pagamenti commerciali manifestano ritardi che mettono e metteranno a dura prova le risorse finanziarie disponibili e rendono e renderanno, in previsione futura, difficoltoso il ricorso ad affidamenti di natura autoliquidante in presenza di clientela che può divenire insolvente. Le imprese sono cosi costrette a far leva sugli affidamenti bancari che ben presto, però, si rilevano insufficienti a sostenere le mutate esigenze finanziarie. Appare, quindi, cruciale fornire alle imprese i mezzi finanziari di cui hanno bisogno per far fronte ai pagamenti commerciali, anche per mantenere immutato il merito creditizio ed evitare un ricorso eccessivo agli affidamenti, in un contesto ove già si paventa a livello internazionale un futuro di crisi di liquidità.
Il ricorso al factoring, pro soluto e pro solvendo, in tutte le sue forme incluso il supply chain finance, supportato da una garanzia statale, cosi come già previsto in risposta alla crisi in altri paesi comuni-tari, rappresenta una efficace ed immediata soluzione alle criticità poste per le imprese dall’attuale situazione di emergenza. Tale soluzione assicura la “tenuta” dei flussi finanziari all’interno della filiera ed il consolidamento della struttura finanziaria di PMI e imprese corporate. L’utilità di tali tecniche nel contesto attuale è già stata evidenziata anche da fonti autorevoli.
Il settore del factoring si è subito dichiarato pronto, al fianco delle imprese ed al servizio del Paese, per la lotta all’emergenza economica conseguente alla diffusione del COVID-19. Assifact ha attivato una propria cabina di regia, con la collaborazione degli operatori del settore del factoring, per offrire un supporto immediato al capitale circolante delle imprese maggiormente impattate. Sul sito dell’Associazione (assifact.it) è stata predisposta una sezione speciale dedicata all’Emergenza Covid-19 che accoglie e rende prontamente consultabili le iniziative di sostegno (sia finanziario a favore delle aziende che di natura benefica) poste in essere dai propri Associati. Il contributo sta proseguendo sul fronte dell’apporto di idee e proposte da indirizzare alle Autorità competenti e chiamate a legiferare.

Rimettere in moto incassi e pagamenti con una garanzia pubblica per le imprese

L’industria del factoring, naturale attore di riferimento per il supporto gestionale e finanziario alle transazioni di natura commerciale delle imprese, è pronta a fornire il proprio contributo all’economia reale con un intervento di sistema supportato da garanzia statale ed ispirato a quanto già attuato con la Piattaforma per la Certificazione dei Crediti. Attraverso l’inclusione nell’ambito di applicazione della garanzia SACE già prevista o l’istituzione di un apposito fondo di garanzia per la “cessione di crediti” e nell’ambito di un plafond specifico con appropriati meccanismi di funzionamento, lo Stato può intervenire garantendo l’importo in conto capitale dei debiti commerciali delle imprese che sono stati o vengono ceduti pro soluto a banche e intermediari finanziari (“factor”), riducendo tempi e costi di accesso e liberando così ulteriore capacità di credito per le imprese.

 

Caratteristiche e benefici della soluzione proposta.

L’intervento suggerito, formalizzato in proposte di emendamento ai decreti emergenziali in corso di conversione in legge o nella prospettiva della emanazione dei prossimi decreti di sostegno all’economia, è di semplice e immediata attuazione, e prevede il rilascio della garanzia pubblica sui credi-ti commerciali ceduti ai factor a fronte della concessione al debitore ceduto di una dilazione di pagamento per un periodo non inferiore a sei mesi.
La modifica dei decreti in corso di conversione in legge, ed in particolare del DL Liquidità (decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23), si rende necessaria in quanto, pur facendo riferimento l’art. 1 comma 1 del citato DL ai finanziamenti erogati sotto qualsiasi forma, fra cui rientrano a pieno titolo le opera-zioni di factoring, le condizioni poste per il rilascio della garanzia da parte di SACE come formulate nell’attuale comma 2 dell’art.1 non sembrano applicabili all’operazione di factoring né alle correlate dilazioni di pagamento concesse ai debitori ceduti, anche se la finalità è identica a quella dei finanziamenti (fornire liquidità alle imprese). Le suddette operazioni devono quindi essere esplicitamente incluse, con un apposito regime, nello schema di garanzia in esame. Analoga previsione deve riguardare il perimetro applicativo del fondo di garanzia PMI previsto dall’art. 13 del medesimo DL.
Tale misura, accompagnata da alcuni accorgimenti operativi a tutela di tutte le parti coinvolte, con-sentirebbe di ottenere molteplici benefici:

  1. Assicurare liquidità al fornitore, garantendo nuove erogazioni sulla base dei flussi commerciali e ritardando l’eventuale rimborso anche in caso di inadempimento dell’acquirente;
  2. Ridurre immediatamente il fabbisogno finanziario dell’acquirente, che guadagnerà alcuni mesi di “respiro” finanziario senza pesare sul fornitore;
  3. Mantenere in vita le relazioni di filiera, evitando insolvenze a catena;
  4. Evitare il “sovraccarico” della struttura finanziaria sia del fornitore che dell’acquirente, mettendo liquidità dove serve, quando serve e quanta ne serve.

La soluzione proposta è certamente di tipo “win-win” e raddoppia l’effetto leva della garanzia.
Una dotazione di 5 miliardi di euro per il fondo a garanzia delle cessioni di credito come sopra indicato può rimettere in moto la “macchina dei pagamenti”, movimentando flussi finanziari fino a 80 miliardi di euro e assicurando così a tutte le imprese della filiera le risorse necessarie per superare la crisi.
Nello schema proposto, la garanzia statale può assicurare un ulteriore “effetto leva” sulle filiere produttive: il pagamento anticipato da parte del factor all’impresa fornitrice consente infatti a quest’ultima di avere liquidità aggiuntiva con la quale adempiere, a sua volta, alle proprie obbligazioni commerciali verso i suoi fornitori, attivando un flusso finanziario virtuoso che risale l’intera filiera produttiva. La contemporanea dilazione del pagamento verso il debitore ceduto consente a quest’ultimo di ottenere sollievo dalle inevitabili tensioni finanziarie nei prossimi mesi, assicurandogli inoltre il mantenimento dello status creditizio ed evitandogli la classificazione, ai sensi della disciplina prudenziale, delle relative esposizioni come deteriorate (cioè quelle che evidenziano scaduti di oltre 90 giorni) o forborne (cioè quelle oggetto di misure di tolleranza specifiche per la situazione di difficoltà finanziaria del singolo debitore).

Assicurazione dei crediti commerciali
Il sostegno alle imprese tramite interventi sul capitale circolante include anche il profilo dell’assicurazione dei crediti commerciali, che è in grado di neutralizzare il deterioramento del merito crediti-zio causato dalla diffusione del Covid-19 e di conseguenza salvaguardare il livello di liquidità delle imprese e la possibilità di accesso al credito.
A tal fine, deve essere valutata nell’ambito del DL Liquidità l’inclusione nel novero dei soggetti in favore dei quali SACE può concedere la garanzia anche le imprese di assicurazione attive in Italia nel ramo dei crediti commerciali sul breve termine.
Ulteriori azioni necessarie per incrementare la liquidità a disposizione delle imprese, attraverso la cessione dei crediti
Oltre all’adozione della suddetta misura di carattere contingente, è ormai urgente introdurre, nel contesto giuridico e regolamentare, almeno nel periodo dell’emergenza economica seppure siano valide ed auspicabilmente attuabili anche per il futuro a regime ordinario, alcune ulteriori azioni finalizzate a favorire la cessione del credito, allineandosi alle best practices internazionali in materia:

  • Eliminazione del rischio di revocatoria della cessione di credito contro corrispettivo in denaro;
  • Consolidamento della possibilità di smobilizzo dei crediti verso il comparto sanitario e la Pubblica Amministrazione, semplificandone i requisiti formali (superamento dell’atto pubblico e notifica a mezzo pec), velocizzandone i tempi ed eliminando gli ostacoli burocratici alla cedibilità del credito (riduzione dei tempi del rifiuto della cessione e motivazione del rifiuto coerente con le vicende del credito);
  • Abolizione o limitazione delle clausole di incedibilità dei crediti commerciali;
  • Revisione e posticipazione dell’entrata in vigore della definizione di default nelle banche e negli intermediari finanziari, il cui impatto in una situazione di generale ed eccezionale avversità economica può generare una “tempesta perfetta” sulle imprese;
  • Applicazione da parte della Banca d’Italia delle deroghe ex artt. 115 e 116 del CRR al fine di ridurre l’assorbimento patrimoniale delle operazioni di cessione del credito verso enti pubblici, in linea con l’approccio già adottato in altri Paesi;
  • Sviluppo di una piattaforma digitale che consenta lo svolgimento in forma telematica dei passaggi connessi alla cessione del credito (nonché al rilascio della garanzia di cui sopra). Attraverso un apposito dialogo con il Sistema di Interscambio sarà inoltre possibile effettuare con-trolli di veridicità e di assenza di operazioni di cessione pregresse delle fatture cedute, riducendo ulteriormente i rischi del sistema e favorendo ulteriormente l’accesso al credito delle imprese a costi di maggior favore.

Il settore del factoring è quindi pronto a mettere al servizio delle imprese e del Paese le proprie potenzialità, attraverso un uso efficiente e snello delle garanzie messe a disposizione dal Governo, nell’ambito della propria operatività che già rappresenta uno strumento efficace per il sostegno del capitale circolante. Tali misure possono già essere immediatamente adottate con decreto ministeriale o con appositi emendamenti, nell’ambito della flessibilità concessa sia dal DL “Cura-Italia” che dal DL “Liquidità”, oppure inserite nella prospettiva del decreto Aprile che dovrebbe recare nuove misure di sostegno all’economia italiana.