Oltre le barriere: la resilienza del factoring fra incertezze e innovazione
Il settore del factoring, riunitosi a Milano il 20 novembre 2025, evidenzia una crescita attesa per il 2025 e il 2026 nonostante il contesto di incertezze geopolitiche e commerciali, con il PIL italiano previsto tra +0,6% e +0,8% nel 2026, confermandosi leva strategica per liquidità delle imprese e delle filiere
Il 20 novembre 2025 il settore del factoring si è riunito a Milano, presso la Torre Diamante di BNL – BNP Paribas, per l’Osservatorio sul mercato del factoring, il consueto momento di analisi e riflessione sullo scenario macroeconomico, gli andamenti delle imprese e del credito, le prospettive del settore e per presentare le previsioni per il quarto trimestre del 2025 e per l’intero anno 2026.
“Beyond Barriers: il factoring fra dazi, tensioni e nuove opportunità”: questo il titolo dell’incontro, che ha posto l’accento sulle sfide del contesto attuale, caratterizzato da numerose fonti di incertezza e che tuttavia presenta un quadro di crescita moderata e stabilità, per quanto fragile.
Nel corso del suo intervento, Rony Hamaui, docente di Economia Monetaria all’Università Cattolica di Milano, ha presentato un approfondimento sulle relazioni fra commercio e pace internazionale, facendo luce sulle dinamiche con cui la politica commerciale (e in particolare dopo il “Liberation Day” USA) possa influenzare tali aspetti.
Secondo Prometeia, intervenuta all’evento con Alessandra Benedini, l’economia italiana chiuderà il 2025 con una crescita moderata del PIL (+0,5%), sostenuta dalla domanda interna e dagli investimenti legati al PNRR, mentre il commercio estero risentirà delle tensioni internazionali. I settori a maggiore utilizzo di factoring manterranno livelli di attività stabili, con esposizione commerciale pari al 17,6% del fatturato, in calo rispetto al passato grazie a una gestione più efficiente dei crediti e alla liquidità accumulata dalle imprese. Per il biennio 2026-2027 è atteso un recupero graduale di fatturato e crediti, trainato dai comparti manifatturieri tecnologici e dai settori trasporto, magazzinaggio e ingrosso.
In questo contesto, il factoring si conferma leva strategica per garantire liquidità e continuità delle filiere in uno scenario economico ancora incerto.
I dati del rapporto ForeFact predisposto da Assifact confermano tale lettura.
Nel 2025 l’economia globale ha confermato una crescita moderata (+3,2%), mostrando resilienza nonostante l’acuirsi delle tensioni commerciali e geopolitiche. Le misure protezionistiche introdotte negli Stati Uniti hanno generato un impulso temporaneo nei primi mesi dell’anno (“frontloading”), ma hanno poi contribuito a rallentare gli scambi internazionali nella seconda parte del 2025. Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale indicano per il 2026 un incremento del +3,1%, segnalando una fase espansiva solida ma priva di accelerazioni.
Nell’area euro la crescita è rimasta debole, frenata dalla domanda estera e dalla flessione industriale, ma sostenuta dai servizi. Il calo dell’inflazione ha permesso alla BCE di mantenere una politica monetaria accomodante. In Italia, dopo la contrazione del secondo trimestre, l’economia si è stabilizzata grazie a servizi e costruzioni, con il supporto del PNRR. Le stime indicano per il 2025 un PIL a +0,5% e per il 2026 tra +0,6% e +0,8%, mentre l’inflazione scesa a +1,6% conferma il riequilibrio dei prezzi.
Sul fronte creditizio, il 2025 segna la ripresa dei prestiti bancari alle imprese, trainata dalla componente a breve termine e dalla riduzione dei tassi. In generale, le imprese hanno interrotto il trend di accumulo di cassa dalla gestione operativa, e per la prima volta da anni l’attività caratteristica delle imprese italiane sta “bruciando” cassa anziché generarne. La Centrale dei Rischi evidenzia un rafforzamento delle imprese medio-grandi, mentre restano più limitati i margini di fido per quelle minori. L’aumento delle insolvenze previsto per il biennio 2025-2026 appare contenuto e gestibile, pur in un contesto di rischi elevati.
Il mercato del factoring, dopo un secondo trimestre debole, ha registrato nel terzo trimestre 2025 un progressivo rafforzamento: il turnover dei primi nove mesi è cresciuto del +3,75% rispetto allo stesso periodo del 2024, con anticipi e corrispettivi in aumento (+6,31%). Per la chiusura dell’anno, la crescita complessiva del turnover è attesa tra +3,16% e +4,83%, in linea con il recupero dei volumi e il miglioramento del contesto economico. Le previsioni per il 2026 delineano uno scenario moderatamente positivo, con un incremento del turnover tra +1,51% e +5,02% (media +3,26%) e un rapporto factoring/PIL stimato tra 13,3% e 13,5%. Circa due terzi degli operatori prevedono volumi in aumento rispetto al 2025, confermando un orientamento ottimistico.
Nel complesso, il 2026 si prospetta come un anno di continuità nella crescita per l’economia italiana e per il factoring, che si conferma leva strategica per garantire liquidità, sostenere la competitività e rafforzare la solidità del sistema produttivo in uno scenario ancora incerto ma in graduale miglioramento.
Andrea Berna (Banca IFIS), Chiara Bracci (Ifitalia) e Massimo Gianolli (Generalfinance) hanno commentato questi risultati, mettendo in evidenza come il settore del factoring si trovi oggi al centro di trasformazioni profonde.
L’incertezza geopolitica e commerciale impone alle imprese strategie più flessibili: ripensare la catena del valore, diversificare fornitori e mercati, rinegoziare contratti diventa cruciale per il business. In questo contesto, il factoring non è più solo uno strumento finanziario, ma diventa una vera e propria leva consulenziale e di gestione del rischio, dove competenza, rapidità e adattabilità saranno determinanti per cogliere le opportunità del prossimo futuro.
Parallelamente, cresce la domanda di credito, trainata dalle grandi imprese che investono in innovazione, digitalizzazione e sostenibilità. Per rispondere a queste nuove esigenze, il factoring deve evolvere con soluzioni su misura, processi più digitali e modelli replicabili anche per le PMI. Il rallentamento del reverse factoring richiede nuove leve di prodotto e un’ulteriore spinta tecnologica, che potrà contaminare anche il factoring tradizionale, favorendone lo sviluppo.
Le PMI restano il segmento più vulnerabile, stretto tra tensioni di liquidità e difficoltà di accesso al credito. Per servire al meglio queste imprese servono strumenti dedicati, velocità operativa, collaborazione tra operatori e modelli flessibili, che saranno la chiave per cogliere il potenziale di un mercato ancora ampio e poco servito.
Link: Beyond Barriers: il factoring fra dazi, tensioni e nuove opportunità | 20 novembre 2025 – Assifact